Il Dolore dell’Anima

Siamo abituati a pensare al dolore come ad una sensazione spiacevole legata al nostro corpo.

Ma esiste un dolore che va al di là delle ferite fisiche.

Un dolore che non è citato in nessun manuale di psicologia o di medicina, perché nessun sintomo può descriverlo.

Il dolore di cui parlo appartiene alla nostra anima.

Questo dolore sa distruttici, devastarci e spezzarci più di ogni danno corporeo.

Non c’è cura farmacologica: le sue ferite non possono essere guarite da formule chimiche.

È un dolore che va ascoltato, rispettato ed accettato.

Ma ha bisogno di tempo, amore e una profonda ricerca di noi stessi.

È solo in questo modo che la nostra anima potrà guarire.

Disturbo Mentale o Società Disturbata?

A volte alcuni sintomi di natura ansiosa sono strettamente legati a modelli e stili di vita della persona che ne soffre.

In questo caso siamo di fronte a sintomi che difficilmente possono essere curati con semplici tecniche o trattamenti terapeutici.

Occorre mettere in atto un lavoro differente: un processo di trasformazione e di consapevolezza della persona affetta, compatibili con la sua personalità e storia di vita.

Si perché non sempre i modelli di vita in cui ci troviamo incastrati sono scelti da noi.

Sono il risultato degli stretti e complicati ingranaggi sociali creati dall’uomo stesso e sul quale si riversano.

È per questo che i sintomi di cui parlo non li considero come la conseguenza di un disturbo mentale ma come il risultato di una società disturbata.

Tutto ha un inizio ed una fine

Siamo spaventati dall’estinzione.

Eppure è un fenomeno naturale.

L’estinzione segna il tempo della fine di ogni specie vivente.

Come del resto ogni singolo essere vivente di ogni specie ha il suo tempo di vita.

La permanenza sulla terra è legata alle capacità di adattamento di ogni essere vivente compreso l’uomo.

Il nostro destino è dettato non solo dai nostri geni ma dall’interazione di questi ultimi con l’ambiente e la nostra cultura.

Ci aspettiamo di essere eterni.

Che la nostra specie sopravviverà rispetto a tutte le altre.

Ma non sarà così.

Come è accaduto per altre specie scomparse, lo stesso destino toccherà anche a noi.

Ma tutto ciò è naturale.

Fa parte dell’evoluzione come ho detto.

E non deve farci paura.

Tutto ha un inizio ed una fine.

Ciò che deve spaventarci è la nostra cultura.

Pensiamo sempre che tutto quello che noi facciamo sia a favore del nostro benessere, della nostra sopravvivenza.

Ma non è così. E possiamo già vederne i risultati.

Le nostre abitudini, comportamenti, stili di vita stanno accelerando i tempi della nostra estinzione.

Eppure abbiamo sempre l’illusione che la nostra intelligenza ci salverà.

Ma di intelligenza in realtà non ne abbiamo così tanta.

Si perché l’essere intelligenti prevede anche il rispetto dell’ambiente in cui si vive ma siamo gli unici animali sulla faccia della terra a non averlo.

Ogni rifiuto lasciato dagli altri esseri viventi risulta essere una risorsa per altri esseri viventi.

Gli unici rifiuti ad essere inquietanti li produciamo solo noi. E questo deve farci riflettere.

L’estinzione dunque ci sarà anche per noi, è il ciclo dell’evoluzione, ma arriverà semplicemente in anticipo grazie a quello che noi ci ostiniamo a chiamare progresso.

L’ipnosi non è magia

L’ipnosi è uno stato modificato di coscienza simile al sonno che noi tutti sperimentiamo quotidianamente, ad esempio durante la guida, la lettura di un libro, al nostro risveglio, ecc.

In questo stato ci si allontana dalla nostra parte cosciente per entrare più in profondità nel nostro inconscio.

Questo stato del tutto naturale può essere indotto anche attraverso alcune tecniche.

Occorre sfatare due false credenze sull’ipnosi.

La prima è che nello stato di trance non si perde coscienza (non si va in coma, non si sviene o cose del genere). Si rimane sempre in contatto con la realtà.

La seconda è che chi induce l’ipnosi non ha assolutamente nessun potere magico, semplicemente mette in atto una procedura che può essere eseguita in seguito ad opportuna formazione.

Ora arrivo al punto più cruciale, ovvero, quello delle vite precedenti.

Chi lavora nel campo dell’ipnosi sa benissimo che in alcuni casi i soggetti in stato di trance possono narrare esperienze che non appartengono alla vita che stanno vivendo.

Questo non dimostra l’esistenza di vite precedenti.

Accade però un fenomeno del tutto particolare: ad alcuni soggetti dopo il racconto spariscono i sintomi per cui si erano presentati.

È come se la storia raccontata “sciogliesse” le loro emozioni somatizzate.

Sono diverse le ipotesi che si possono fare, ma nessuna può confermare l’esistenza o meno delle vite precedenti.

Ciò che però stupisce è come da un fatto così misterioso possa nascere una soluzione.

Il paradosso della ricerca

Siamo incastrati all’interno di un paradosso.

Si spendono miliardi di dollari in tutto il mondo per la ricerca di nuovi farmaci contro il cancro ed altre malattie importanti.

Ma allo stesso tempo si continua ad inquinare l’ambiente a produrre cibi cancerogeni e a tenere stili di vita che risultano essere le cause stesse delle malattie per le quali ricerchiamo il rimedio.

Ma questo non è il modo giusto per curarsi.

Occorre ribaltare il concetto di cura che noi abbiamo.

Si perché per stare bene è della nostra salute che dobbiamo prenderci cura e non di una malattia preannunciata.