Bambini

I cuccioli dell’uomo.

Appena nati cercano amore e protezione da chi ha donato loro la vita.

Una protezione che verrà cercata istintivamente anche in altri adulti (familiari, parenti, insegnanti, etc.).

Si perché i bambini credono in noi ciecamente.

Sanno che sui grandi possono contare.

E che ad ogni pericolo possono stare tranquilli perché a prendersi cura di loro c’è sempre qualcuno.

Immaginano un mondo dove il bene vince sul male.

E se il male è tanto più forte, non c’è nulla da temere: gli adulti ci sono sempre e vegliano sui loro sogni colmi di personaggi e storie a lieto fine.

Si perché i bambini sono così: si affidano e si fidano totalmente dell’amore e dell’affetto che noi adulti proviamo per loro. È la loro ingenuità a guidarli.

Ma purtroppo questa ingenuità a volte non viene ripagata e si vedono traditi proprio da chi si sarebbe dovuto occupare di loro.

Ed ecco che ad un tratto si trovano all’interno di guerre, sangue e distruzione.

Un inferno creato dalla stupidità umana che nessun bambino dovrebbe vedere, vivere o morirci dentro.

Perché alcune persone non ricordano il trauma subito?

Di fronte a un trauma, come una violenza sessuale, il nostro inconscio può rimuoverne il ricordo dalla coscienza.

Lo fa per proteggerci, permettendoci di andare avanti, soprattutto quando il trauma avviene nell’infanzia.

Immaginiamo il dolore insostenibile che una persona potrebbe provare se ricordasse nei minimi dettagli ciò che ha vissuto: la sua esistenza potrebbe trasformarsi in un inferno.

Per questo, la mente attiva un meccanismo di difesa che allontana il ricordo dalla coscienza.

Ma il nostro inconscio non si limita solo a farci dimenticare.

Attraverso i sintomi, ci aiuta a proteggerci da ciò – e da chi – ci ha fatto del male.

Non è raro, ad esempio, che donne abusate da bambine sviluppino un rifiuto istintivo verso il loro aggressore, anche senza ricordare consapevolmente l’accaduto.

Questo rifiuto, per effetto alone, può estendersi a tutto il genere maschile, rendendo difficile la costruzione di relazioni affettive sane.

Per superare questa situazione, è fondamentale un intervento psicologico che aiuti a far emergere ed elaborare eventuali traumi rimossi.

Analizzando i sintomi, il professionista può individuare le esperienze vissute e lavorare per donare alla persona equilibrio e serenità.

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Siamo unici, non diversi!

Pensa un attimo se non ci fossero classificazioni dentro le quali rientrare.

Ognuno di noi sarebbe una persona unica con le proprie potenzialità, caratteristiche, risorse.

E invece fin dalla nascita veniamo incastrati all’interno di parametri che stabiliscono se siamo giusti o sbagliati.

Così ci troviamo ad essere belli o brutti, intelligenti o stupidì, brutti o belli, gay o etero, perdendo quell’unicità che la natura ci ha donato.

Il gioco disegna il nostro futuro

Mi piace fare il papà.

Chi mi conosce questo lo sa.

A partire dai pannolini da cambiare, dalle pappe da preparare e dai vestitini da lavare (mansioni che ora mai non svolgo perché i miei figli sono grandi).

Mi piace anche dedicarmi ai lavori di casa: mettere in moto la lavatrice, fare la spesa, lavare i piatti, attaccare un bottone. Insomma tutto quello che è necessario fare per se stessi e per la famiglia.

Ma perché sto scrivendo questo?

Perché vorrei parlare di una cosa molto importante: il gioco.

Si perché è dal gioco e dai giocattoli che si impara a fare cose che poi da grandi ci verranno utili.

Eppure per i nostri piccoli a seconda che siano maschietti o femminucce scegliamo giocattoli differenti.

E lo facciamo perché esiste un condizionamento sociale delle resistenze e fattori culturali.

Alcuni di voi staranno pensando: certo Lino, è giusto così perché vedere un bambino che gioca con una bambola e fa girare una lavatrice giocattolo fa impressione.

Eppure quel bambino crescerà, diventerà un uomo e avrà dei figli da abbracciare, da accudire, da cambiare.

Ma quello stesso uomo dovrà anche occuparsi di se stesso, della sua famiglia e di quell’elettrodomestico che per molti uomini è sconosciuto: la lavatrice.

Dove voglio arrivare con questo discorso?

Che giocare ci prepara al futuro, che i giochi non influenzano l’orientamento sessuale e che contribuiscono alla creazione dei ruoli che avremo e ci prenderemo da grandi.

Nei pomeriggi invernali quando ero piccolo mia madre mi insegnava a cucire, lavare i piatti, stirare.

Eppure a quei tempi erano considerate mansioni femminili.

Ma mia madre non aveva questo pregiudizio.

Tra l’altro mi veniva semplice farlo perché giocavo spesso con i giocattoli di mia sorella (fili, aghi, cucine giocattoli etc.)

Non so se amo fare il papà perché ho tenuto in braccio il cicciobello di mia sorella.

Ritengo però che la scelta dei giocattoli può cambiare il modo di vivere delle singole persone e di una società.

E il gioco fa parte della struttura dell’educazione.

I ruoli che rivestiremo da grandi sono lo specchio dei ruoli in cui abbiamo giocato da piccoli.

L’ipnosi: oltre la diffidenza, una realtà scientificaL’ipnosi in ambito medico

L’ipnosi: oltre la diffidenza, una realtà scientifica

L’ipnosi suscita ancora un po’ di diffidenza, spesso perché viene associata a qualcosa di misterioso o magico. In realtà, le sue basi sono solide e scientifiche.

Già nel 1942, in Inghilterra, il chirurgo Ward eseguì un’amputazione utilizzando l’ipnosi come unica anestesia.

Il paziente, dopo l’intervento, riferì di non aver provato alcun dolore.

Ancora oggi, questa tecnica viene impiegata in sala operatoria per pazienti allergici agli anestetici farmacologici.

L’ipnosi ha trovato applicazione in diversi ambiti medici:

  • Odontoiatria: usata per estrazioni, impianti e piccoli interventi senza dolore.
  • Ginecologia e ostetricia: aiuta le future mamme a partorire senza dolore e ansia.
  • Medicina generale: efficace nel trattamento di cefalee, emicranie, dolori articolari, dolori neoplastici e malattie autoimmuni.
  • Diagnostica: riduce dolore e ansia in esami invasivi.
  • Sport agonistico: migliora concentrazione e prestazioni.
  • Apprendimento: potenzia la memoria e le capacità cognitive.

Insomma, l’ipnosi non è più confinata al solo mondo della psicologia.

È una risorsa preziosa in diversi campi, con un potenziale che continua a sorprendere.

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I sintomi narrano lo stile di vita

Spesso dietro ad alcuni disturbi di natura psicologica si nascondono stili di vita non compatibili con la loro guarigione.

Si può lavorare sulla cancellazione temporanea dei sintomi ma se lo stile di vita non cambia i disturbi saranno sempre lì a farci compagnia.

Silenziare i sintomi è come tagliare le spie del cruscotto di un’automobile: se i freni non funzionano, tagliare le spie non servirà a far fermare la macchina.

L’importanza di un sorriso

Ricevere un sorriso trasforma la tua giornata.

Come la pioggia, lava via le cose più spiacevoli.

Come il vento, spazza via l’indifferenza e l’indisponenza di alcune persone.

E come il sole, illumina la tua vita.

Un semplice sorriso ha tutta questa forza e rende più piacevole la vita delle persone.

Avere la consapevolezza che donare un sorriso possa regalare gioia mi rende felice.

Ecco perché mi piace sorridere!

La morte nel cuore

Non sempre la morte arriva quando la vita finisce.

Si può essere vivi ed avere la morte dentro.

Spesso incontro persone che vivono questa situazione.

Non perché sono poco resilienti ma perché il destino con loro è stato infausto.

In questi casi non mi prendo cura solo della loro mente ma, soprattutto, della loro anima.

Perché è lì che il dolore ha tracciato la sua ferita.

Oltre le apparenze

Spesso nel mio lavoro di psicologo mi trovo di fronte a storie impressionanti, piene di dolore.

Ferite profonde che segnano ogni parte della persona.

Cicatrici indelebili che demoliscono, non solo la mente e il corpo, ma anche l’anima di chi è stato chiamato a quel destino.

Eppure, di fronte a strazianti sofferenze, alcuni soggetti riescono a non far intravedere nulla del loro vissuto.

Ed è proprio per questo che si scopre quanto sia importante non giudicare dalle apparenze.

Si, perché dietro ad una suddetta superficialità possono nascondersi le più immense e devastanti ferite che un essere umano è in grado di sopportare.

Il Dolore dell’Anima

Siamo abituati a pensare al dolore come ad una sensazione spiacevole legata al nostro corpo.

Ma esiste un dolore che va al di là delle ferite fisiche.

Un dolore che non è citato in nessun manuale di psicologia o di medicina, perché nessun sintomo può descriverlo.

Il dolore di cui parlo appartiene alla nostra anima.

Questo dolore sa distruttici, devastarci e spezzarci più di ogni danno corporeo.

Non c’è cura farmacologica: le sue ferite non possono essere guarite da formule chimiche.

È un dolore che va ascoltato, rispettato ed accettato.

Ma ha bisogno di tempo, amore e una profonda ricerca di noi stessi.

È solo in questo modo che la nostra anima potrà guarire.